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Aristotele e il senso dell'udito
Anatomia, fisiologia e patologia dell'orecchio nel Corpus Aristotelicum
Prezzo: 36 €
Autore: Stefano Martini
Casa editrice: Omega Edizioni
Anno di pubblicazione: 2010
ISBN: 978-88-7241-568-9
Che significato può avere oggi dedicare un libro ad Aristotele, per di più in qualità di cultore della scienza? Ha egli in questo ambito, forse, qualcosa di interessante da dirci? Oppure, il suo pensiero è da considerarsi ormai del tutto sommerso, schiacciato e vanificato da un sapere che, sia metodologicamente sia contenutisticamente, se ne è distanziato anni luce?
Invero, è proprio il suo atteggiamento autenticamente ‘filosofico’ a rendere Aristotele un profondo e oltremodo serio studioso della natura, in tutte le sue molteplici sfaccettature, dal momento che non c’è ambito di questa che da lui non sia stato indagato con estrema acribìa e indomita curiosità.
Un chiaro esempio ci è fornito dalla ricerca di Stefano Martini, che, nel quadro della teoria aristotelica della percezione, ha approfondito in un’ottica medica un settore di notevole interesse anche teoretico: il senso dell’udito. Senza pretendere in alcun modo di stilare una graduatoria tra i sensi, ognuno dei quali a seconda dei diversi punti di vista sembra più o meno ambire a una sorta di primato, egli ha comunque potuto mostrare la straordinaria rilevanza dell’udito e, entro certi limiti, la sua preferibilità.
Dopo tre capitoli sugli aspetti più specificamente anatomici, fisiologici e patologici, si è dato ampio spazio (e non poteva essere altrimenti) al complesso tema del rapporto tra udito e linguaggio, che ha permesso di evidenziare, anche grazie all’approccio comparato delle indagini aristoteliche in ambito biologico, le differenze tra suono, voce e parola, e di mostrare il ruolo fondamentale dell’udito in ordine all’apprendimento (anche animale) e allo sviluppo intellettivo (specialmente umano).
In un successivo articolato capitolo l’autore, sempre fedele alla trattazione aristotelica, ha esaminato alcune caratteristiche formative dell’udito, che si segnala come protagonista indiscusso in ambito etico, estetico, retorico, politico; seguono, infine, le considerazioni relative ai rapporti dell’udito con la memoria e la reminiscenza, con le quali il ruolo uditivo è di primaria importanza, nonostante ancor oggi si tenda a citare più spesso la memoria visiva.
Tutto questo permette di affermare che il libro di Martini, nonostante si occupi in fondo di un settore molto specifico, l’audiologia, getti comunque ampia luce sui molteplici interessi di Aristotele, sulla sua estesa e puntuale competenza, sulla sorprendente capacità di osservazione dei dettagli, sulle procedure epistemologiche continuamente messe in gioco nella costante e sincera ricerca della verità.
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