Autore: Max Luscher

Casa editrice: Armando Editore

Anno di pubblicazione: 1997

ISBN: 88-7144-744-1

Nel 1947 Max Lusher, allora ventiquattrenne, presentò al 1° Congresso mondiale di Psicologia il suo Test dei colori. Sono trascorsi 50 anni da quel momento e il suo Test, anzi "La diagnostica di Luscher", come preferisce definirla l'autore, è tra i maggiori strumenti diagnostici utilizzati al mondo. Una delle sue grandi qualità è quella di essere un testo oggettivo, non verbale, quindi difficilmente falsificabile dal soggetto. Lo stesso Luscher lo paragona ad un termometro che, pur essendo uno strumento oggettivo, misura uno stato soggettivo come la febbre.
Attraverso i colori è possibile misurare lo stato psicovegetativo della persona, senza dovergli chiedere nulla come invece avviene negli altri reattivi psicodiagnostici.
E' un test psicosomatico che però trova una sua applicabilità in numerosi altri settori, come per esempio in quello aziendale, dove si è mostrato utilissimo nella selezione del personale; altre ricerche sono state fatte, usando sempre la diagnostica di Luscher, in criminologia, in etnologia, in sociologia... Ecc.
Anche in campo medico sono state fatte numerose ricerche, soprattutto in settori come quelli dell'oncologia, della dermatologia, della cardiologia, dell'odontoiatria, della psicosomatica e ultimamente in omeopatia. In riferimento a quest'ultima, sono stati fatti dei notevoli passi in avanti, tali che attualmente con la diagnostica di Luscher è possibile suggerire, insieme al profilo psicovegetativo personologico, anche l'esatto rimedio omeopatico.
Insomma, "La diagnostica di Luscher" si è mostrata più volte utile in svariati campi della scienza medica e psicologica, e sarà per questo che possiamo definire il suo test, senza pericolo di smentita, l'unico strumento valido obiettivamente per misurare determinate profondità umane altrimenti inaccessibili con altri strumenti.