Autore: Paul Chadwick, Max Birchwood, Peter Trower

Casa editrice: Astrolabio

Anno di pubblicazione: 1997

ISBN: 88-340-1260-7

Da tempo la terapia cognitiva è stata riconosciuta come un approccio efficace ai disturbi dell'ansia e della depressione, ma solo di recente alcuni esperti cognitivi hanno cominciato ad affrontare altri disturbi più gravi, come i deliri, le voci e la paranoia, ossia quelli che gli psichiatri tradizionali (ma non gli autori del presente libro) classificherebbero come classici sintomi di schizofrenia. La strategia scelta dai terapeuti cognitivi è radicalmente diversa rispetto alle strategie tradizionali, perché cerca di curare i singoli sintomi più che intervenire ipotizzando una discutibile e inutile entità nosologica come la schizofrenia, basata su una presunta discontinuità tra pensiero normale e pensiero patologico. La ricerca più recente su questi argomenti indica fortemente che questo genere di sintomi non deriva da processi psicologici radicalmente diversi da quelli normali. L'ipotesi centrale attorno a cui si aggrega la concezione degli autori è piuttosto un punto di vista che è andata sempre più affermandosi anche nell'ambito di approcci e concettualizzazioni della terapia molto diversi da quello cognitivo, come ad esempio nella psicologia del sé. E' l'idea che per lavorare su sintomi come questi il terapeuta debba soprattutto indagare il loro collegamento con i temi che riguardano l'autostima e il senso del sé del paziente. Il modo più efficace per lavorare con questi sintomi psicotici è quello di inquadrarli entro la comprensione della vulnerabilità psicologica permanente dell'individuo, il quale, sia esso un paziente o no, è sempre e costantemente impegnato nella costruzione del senso del sé. Su questa base gli autori elaborano in dettaglio gli adattamenti e le minime variazioni che vanno applicati alle abituali tecniche cliniche della terapia cognitiva per lavorare con persone disturbate da deliri e voci.