Scheda Libro

Mi gioco la vita - Silvana Mazzocchi - Astrolabio

Mi gioco la vita
Mal d'azzardo: storie vere di giocatori estremi

Prezzo: 14,6 €

Autore: Silvana Mazzocchi

Casa editrice: Astrolabio

Anno di pubblicazione: 2005

ISBN: 88-8490-785-3

Il gioco d'azzardo non va mai in crisi economica e i dati del 2004 lo provano ampiamente. Lo scorso anno il giro d'affari fra lotto, ex videopoker, superenalotto, gratta e vinci, bingo e giochi da casinò è stato di 23 miliardi di euro. Sono oltre 500 mila le persone che diventano «dipendenti dall'azzardo» e che con questa sfida ad alto rischio mettono in discussione la loro vita, i loro affetti e il loro futuro, coinvolgendo le famiglie in un baratro che può non avere fondo. In questo libro sono raccontate quattordici storie vere di giocatori estremi, le loro esistenze spezzate, il percorso spesso spinto fino all'abisso (il furto, il tentato suicidio) e, finalmente, lo sforzo di ricostruirle attraverso la terapia. Ma la terapia serve davvero a guarire dal «mal d'azzardo»' A questa domanda dà una risposta incoraggiante nella sua introduzione Rolando De Luca, psicoterapeuta che guida il Centro di recupero per giocatori d'azzardo di Campoformido (Ud), una delle poche strutture in Italia a offrire questo tipo di cura. Mentre nei primi cinque anni di attività del Centro (1998-2003) ben il 70% di chi ricorreva alla terapia la lasciava prima della conclusione, oggi gli abbandoni sono crollati al 20%. Gli altri la portano a termine con successo. A dimostrazione di questa realtà, il libro chiude con l'epilogo di alcune storie a lieto fine terapeutico e uno speciale capitolo dedicato alle e-mail inviate al Centro. Una sorta di «e-mail box» che racconta in diretta la disperazione dei «malati dell'azzardo» e delle loro famiglie. «L'eccitazione del gioco era il suo oblio. Le slot machine le procuravano un'esaltazione che le faceva dimenticare tutte le delusioni della sua vita. La roulette, il casinò, l'azzardo. Era il suo modo di procurarsi il rischio, il pericolo, le emozioni forti che le bruciavano la mente. Affrontarlo era un piacere. Sparivano gli affanni, il bisogno naturale di affetto, sesso, rassicurazione. E si sentiva in pace, gratificata, leggera.»

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