Alexander Lowen
Domenico Gioffrè (a cura di)
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Quando la vita finisce
La sostenibilità morale dell'eutanasia
Prezzo: 18 €
Autore: James Rachels
Casa editrice: Sonda
Anno di pubblicazione: 2007
ISBN: 978-88-7106-478-9
Uccidere è male. Ma perché è male e quali eccezioni possono darsi a tale divieto morale? In questo saggio James Rachels esamina le idee e le assunzioni che stanno alla base di una delle più importanti regole morali, quella che vieta di uccidere. L’uccisione di un essere umano solitamente è condannata, ma in alcuni casi l’etica medica permette alcune significative eccezioni. Esiste il mero vivere in senso biologico e l’avere una vita dotata di significato. E la deontologia medica considera una eutanasia attiva e una passiva. La distinzione tra esse, delineata nell’opera, è considerata cruciale e accettata da molti medici: l’idea secondo cui sia lecito, almeno in alcuni casi, sospendere la terapia, ma che non sia mai permesso intraprendere qualsiasi azione diretta per porre fine alle sofferenze del paziente, altro non è che l’eco di una tradizione culturale ormai discutibile. Questo saggio affronta con una logica chiara e rigorosa questa tradizione, proponendo un’interessante alternativa filosofica. Aiutare a morire un paziente privo di speranze con un’iniezione letale o lasciarlo morire è moralmente indifferente, esattamente come, rovesciando i termini della questione, affogare con le nostre mani un bambino in una vasca da bagno o stare a guardarlo senza agire mentre annaspa e annega da sé. Si tratta sempre di uccisioni, e, in quanto tali, «sono moralmente equivalenti: o sono entrambe accettabili o non lo sono; stanno o cadono insieme».
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