Scheda Libro

Maestra, guardami... - Giuseppe Nicolodi - CSIFRA

Maestra, guardami...
L'educazione psicomotoria nell'asilo nido, nella scuola materna e nel primo ciclo della scuola elementare

Prezzo: 24 €

Autore: Giuseppe Nicolodi

Casa editrice: CSIFRA

Anno di pubblicazione: 1992

ISBN: 88-86084-00-5

Siamo proprio sicuri che questo tipo di civiltà sia un'epoca molto felice per le esigenze di movimento dei bambini? Come i "grandi" possono pensare il movimento per i piccoli? Questo libro parla di un modello di psicomotricità per l'infanzia (da 0 a 8/9 anni) che mira a restituire al bambino, al suo movimento e all'uso del suo corpo, la naturale e determinante valenza emozionale, compensando l'attuale tendenza funzionalistica e cognitivistica, che vorrebbe l'uso del corpo e del movimento sempre chiuso in un'ottica "produttiva", di apprendimenti o di risultati. Rifugge, all'opposto, dal "lasciar fare" in nome della bontà e della spontaneità del movimento in quanto tali, al di fuori e al di là di ogni controllo e programmazione da parte dell'adulto. Il punto chiave sta nell'attenta osservazione. A ben osservarlo, nella sua spontaneità, il bambino usa il movimento e il corpo in modo "gratuito", alla prevalente ricerca del piacere di essere, di sentirsi, di fare, di conoscere, di scoprire. E c'è sempre un elemento espressivo essenziale, una richiesta ai "grandi": «Maestra, guardami...». Non «organizzare il mio movimento, dire che cosa devo fare...», ma «guardami»; «che nel tuo sguardo compartecipe della mia emozione possa leggere quanto il mio corpo è bello , forte, capace..., quanto io sono». «Dimmi che l'emozione che provo in questa corsa, salto, lancio... Nel fare il guerriero, la fatina o il cagnolino... è vera, positiva, valida... è mia». In questo riconoscimento il bambino potrà riappropriarsi di un'immagine corporea di sé positiva, fondamento di ogni ulteriore crescita anche in termini funzionali e cognitivi. E l'adulto, soprattutto se impegnato professionalmente nelle istituzioni educative, come può rispondere a questa richiesta? Quale "sguardo" deve avere? Come leggere il gioco spontaneo del bambino nelle sue varie componenti, e soprattutto come inserire la risposta a questa richiesta del bambino nella programmazione didattica e considerarla obiettivo e strumento pedagogico? E' la proposta di questo libro.

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