L'assistente sociale e lo psicologo
Andrea Cabassi - Maria Teresa Zini
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Psicopatici
Prezzo: 28 €
Autore: Heinz Häfner
Casa editrice: Giovanni Fioriti Editore
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 978-88-95930-31-2
L'obiettivo di questo saggio che Häfner scrisse anche su suggerimento di Binswanger è non solo di cogliere la psicopatia attraverso un suo eidos, ma di cogliere anche l'evoluzione di essa nel tempo.
Häfner riprende cioè quello che in termini psicologisti caratterizzava la psicopatia: da un lato una struttura rigida di personalità, fissa nella sua abnormità e dall'altro la ripetitività del comportamento in cui essa si esprime. Si pensi qui alla catalogazione di Kurt Schneider (psicopatici ipertimici,, depressivi, inquieti, fanatici, bisognosi di farsi valere, instabili, esplosivi, apatici) la quale però, a suo modo, rimandava già a una ricerca eidetica.
Anche Häfner parte dalla ricerca di un eidos - nel caso qui riferito di Daniel Fürst la "sintonia affabile" - ma poi si adopera per vedere come questo eidos si declini nell'evolvere del tempo. Egli passa cioè da una ricerca fenomenologica - nello stile dello Husserl prima maniera - a una ricerca daseinsanalitica ispirata alla nozione di Dasein di Heidegger. E' questa nozione che gli permette di affrontare la psicopatia in termini di un'evoluzione nel tempo grazie al fatto che, per definizione, il Dasein è intriso di storicità.
D'altra parte è per questa via che egli supera quel limite di staticità che la ricerca fenomenologica in psicopatologia aveva avvertito e che mal sopportava... Sempre con l'intento di cogliere l'evoluzione che il malato mentale presenta e che del resto la clinica non ha mai perduta di vista, pur non riuscendo sempre a coglierla come tale e questo in relazione al paradigma psicopatologico che di volta in volta la ispirava.
Häfner intende presentarci lo psicopatico come una persona che rimane tale nella sua "malattia" e, in quanto persona, non può non tracciare una biografia, allo stesso titolo di qualsiasi altro Dasein, di qualsiasi altra forma di essere-al-mondo. Egli torna a sottolineare una concezione del malato mentale come altro-seppure-alieno - una delle grandi conquiste della psicopatologia antropofenomenologica; e a prospettare un modo di relazione con esso che si situa ovviamente agli antipodi del riduzionismo della clinica neuro-psichiatrica.
Dalla presentazione di
Luciano Del Pistoia
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